La bellezza è negli occhi di chi contempla

Un ecosistema da difendere

Un ecosistema da difendere

In questi giorni in molte piazze è stato celebrato Sant’Antonio Abate, rinnovando la fiducia nella Provvidenza.

Il ringraziamento per gli animali e per i frutti del lavoro dell’uomo, con la benedizione dei mezzi agricoli e della campagna, ci hanno ricordato la nobiltà del lavoro degli agricoltori, custodi della terra, che si occupano di piantare piccoli semi di speranza per il futuro di tutti.

Vogliamo essere custodi di un territorio dove si sente il gracidare delle rane, dove non è necessario tapparsi il naso nei periodi di diserbo, dove in inverno i prati sono verdi e non aridi, divisi da filari di alberi e frequentati da greggi che possono nutrirsi e alimentare quel ciclo di fertilità che rende sostenibile l’intero ecosistema.

A questo proposito si è creato il biodistretto del riso piemontese, un network di collaborazione pratica per la produzione biologica, con l’obiettivo di valorizzare e diffondere l’agricoltura biologica e promuovere la biodiversità agraria, ognuno partecipa con il terreno che gli è stato affidato, in tutto una porzione di Terra di circa 500 ettari nel cuore della Baraggia Vercellese e Biellese.

Un ruolo di primo piano è riservato all’impegno per la tutela delle peculiarità uniche di questo territorio, come l’Isoetes Malinverniana, una felce acquatica in via d’estinzione, particolarmente sensibile all’inquinamento ambientale.

L’associazione si propone inoltre di promuovere la coltivazione di antiche varietà di riso, nuove varietà che siano sostenibili per l’ambiente, oltre ad attività di ricerca, informazione e divulgazione.

La scelta alla base della nuova coltivazione è stata il recupero di semi e varietà diffuse un secolo fa, varietà più forti di quelle invece selezionate negli ultimi decenni, non bisognose di elementi chimici che ne agevolino la sopravvivenza.

Nel concreto: collaborazioni e pratiche virtuose per la salvaguardia dell’ambiente rurale, per guarire e rinnovare la nostra casa comune.

Chiara Mastromatteo e Stefano Tiraboschi

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