Il vangelo di oggi ci coinvolge in una specie di gioco di immagini da risolvere.
Gesù, per rispondere alle domande ingannevoli dei farisei, chiede di mostrargli una moneta: quale immagine riporta?
La moneta raffigura il volto di Cesare e dunque va restituita come tributo all’imperatore. Ma Gesù invita a fare un passo in più e dice di rendere “a Dio quello che è di Dio”.
Cosa significa? Che cosa è di Dio?
Come per la moneta e la sua figura, potremmo chiederci dove è possibile vedere l’immagine di Dio. Se riusciamo a scorgere la sua immagine e dove si trova, allora capiremo che cosa è di Dio.
Noi sappiamo che Gesù, con la sua vita, ci ha raccontato il volto del Padre. Ma sappiamo anche che ogni persona è stata creata a immagine di Dio!
Il gioco è risolto!
Dai bambini agli anziani, tutti – creati a sua immagine – appartengono a Dio come figlie e figli amati, invitati a vivere con gioia e desiderio. Non è meraviglioso?!
Cosa rendere allora a Dio?
Non un tributo e nemmeno un dovere, ma giorni pieni di vita, animati di uno sguardo attento agli altri, capaci di vedere in ciascuno un fratello e una sorella.
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