La bellezza è negli occhi di chi contempla

Una foto di Salgado per la Laudato Si’ Week

Una foto di Salgado per la Laudato Si’ Week

Ecuador, 1982

Sebastião Salgado

 

Una cosa l’avevo capita di questo Sebastião Salgado: gli importava molto degli esseri umani, perché gli esseri umani sono il sale della terra.

Così il regista tedesco Wim Wenders introduce l’opera del grande fotografo brasiliano nel film documentario Il sale della terra del 2015: Wenders, egli stesso abile fotografo, con sguardo profondo e attento ripercorre la vita e le opere di Salgado, dagli esordi fino alle ultime pubblicazioni, in un racconto in cui uomo e natura sono protagonisti.

Salgado, dopo una formazione di tipo economico, lascia il natio Brasile oppresso dalla dittatura, per trasferirsi a Parigi insieme alla moglie Lelia. Quest’ultima, in occasione dei suoi studi in architettura, per prima acquistò, a fini didattici, una macchina fotografica, ma fu proprio il marito, durante i viaggi di lavoro, ad appassionarsi al mezzo fotografico, tanto da lasciare il “posto fisso” per partire alla volta dell’Africa e del Sud America per raccontare le contraddizioni del mondo attraverso le sue immagini di grande forza evocativa. La fotografia di Salgado è in un potente bianco e nero, a volte fortemente contrastata, a volte contraddistinta da dolci passaggi chiaroscurali. Il suo sguardo ha indagato l’uomo in tutte le sue sfaccettature: dalle culture contadine di Others Americas, dove il tempo trascorre lento e in armonia con la natura, all’uomo visto come “animale feroce” del progetto Exodus, che racconta volti e storie di una umanità in fuga – dal Ruanda, dall’ex-Jugoslavia, dal Kosovo:.. Nell’ultima sua opera, ancora una volta dal titolo “biblico” – Genesis – l’occhio di Salgado si sposta sulla terre incontaminate del mondo, un vero e proprio omaggio al pianeta: “io sono parte della natura come una tartaruga, un albero, un sassolino…”: riflessione che lo porterà al progetto di riforestazione della sua tenuta di famiglia, colpita dalla siccità, con due milioni di piante, riportando in vita un ecosistema che era ormai scomparso.    

Lo sguardo del cristiano non può restare indifferente di fronte alla poesia (e al dramma) delle fotografie di Salgado, in cui l’uomo è raccontato dal punto di vista antropologico – con i suoi riti religiosi, le sue usanze, il suo credo – e sociale, attraverso la disperazione di uomini, donne e bambini in terreno di guerra. E poi la bellezza, il vigore, la prosperità degli spazi incontaminati, dove il tocco (la follia?) dell’uomo è completamente assente, tra tartarughe che hanno visto Darwin, alberi secolari e leoni marini che sembrano ammiccare davanti alla macchina da presa. Non ho trovato immagini più calzanti per introdurre la Settimana Laudato Si’: il mio invito è quello di ascoltare e riflettere sul ricco programma di iniziative voluto dal Papa, che mette il cristiano in “prima linea” di fronte al mondo, “custode del creato”, in quanto dono dell’amore divino.

Per seguire le dirette clicca qui: https://laudatosiweek.org/it/home-it/

Arianna Mascetti

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