V Domenica di Pasqua

Giovanni 17, 1b-11

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

 

 

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

 

 

Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo.

 

Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

 

 

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro.

 

Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te.

 

Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi»

 In questo tempo pasquale stiamo entrando sempre più nel mistero di D-o e ci stiamo avvicinando sempre più a Pentecoste in cui emergerà il protagonista che è lo Spirito, senza il quale non saremmo in grado nemmeno di celebrare Pasqua…

Certo, perché è lo Spirito Colui che ha dato vita a Gesù Risorto e la dona a noi continuamente!

Queste parole del Vangelo di oggi sembrano uno “scioglilingua” e un rimbalzo di luce fra specchi, non si capisce bene da chi parta, ma non importa, perché l’importante è che questa Luce coinvolga- tocchi – illumini noi tutti! Forse ci vogliono consegnare una cosa semplice: la nostra salvezza passa da Gesù crocifisso e risorto, per Amore del Padre.

La vita eterna è credere in Lui, lasciarci abbracciare dal Figlio che ci “porta su” con la leggerezza dello Spirito, per conoscere, vedere, sperimentare e gustare l’abbraccio di D-o, che è mistero trinitario – come mi ha insegnato un’amica catechista.

Questo abbraccio è fuori dal tempo umano, per questo è eterno, perché D-o è, ma al di là dello schema temporale. E, comunque, neanche noi vorremmo uscire mai da questa condizione!

….. ripensiamo per un momento a quei pochi ma profondi e significativi abbracci che siamo riusciti a stringerci in questo anno di pandemia e RENDIAMO GRAZIE CON GIOIA perchè sono stati segno di Amore trinitario!

Chi ha intuito qualcosa o ha vissuto l’incontro personale – come Stefano- è disposto pure a metterci la faccia, raccontare in prima persona, rileggendo la Storia della salvezza, a parlare con franchezza e determinazione, ma anche PERDONARE e ABBRACCIARE chi non è disposto ad ascoltare e mettersi in discussione tanto che sono arrivati ad essere “furibondi in cuor loro e digrignare i denti” (Atti 7,54).

Egli diventa testimone della Resurrezione, della vita donata, cioè che val la pena vivere con gioia nel nome di Gesù.

“Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi” dice Gesù, rivolgendosi in modo unico a Suo Papà… Ecco in questa giornata in cui si conclude anche la XVII assemblea nazionale di AC, vorrei ringraziare D-o per la bellezza dell’AC e per la gioia resa possibile da chi si è messo a servizio fino ad oggi (Presidenza, consiglieri…) e poi vorrei pregare lo Spirito: sostenga i nuovi responsabili perché siano testimoni coraggiosi e credibili del VANGELO come Stefano, perché l’AC tutta sia comunità di discepoli capaci di far trasparire la Luce di D-o, sia profetico segno di Speranza, occasione di conoscere Gesù Cristo, nell’abbraccio della Chiesa universale, tramite quegli incontri personali e le relazioni fraterne che nascono dalla vita associativa, sempre più un cuor solo e un’anima sola.