Mt 12, 1-8
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Gesù rende lode al Padre perché ha rivelato queste cose ai piccoli, a chi sa andare al cuore delle cose, a chi si interroga veramente, a chi si sa stupire, a chi accoglie tutto come dono, a chi è un po’ come i bambini.
Forse è proprio questo l’atteggiamento che ci viene richiesto per entrare nella settimana Santa, con umiltà, senza preconcetti, senza pretese e con il desiderio di accogliere l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”.
Nel rivolgerci questo invito e questa promessa, Gesù ci indica anche il modo per raggiungere questa pace: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”.
Ci chiede di fare nostra la logica della croce, non della rassegnazione ma del dono d’amore che non tiene nulla per sé, dell’offerta di sé libera, disinteressata.
In questi giorni la nostra preghiera si faccia accoglienza profonda della Parola, perché sappiamo riconoscerla come luce per i nostri passi, come dono capace di dare senso alla nostra vita.
Signore Gesù, Figlio di Dio sei venuto tra noi e hai condiviso il nostro cammino; tu sei il Signore della vita, tu sei venuto perché avessimo la vita e l’avessimo in abbondanza; tu ti fai carico delle nostre sofferenze, e non ci lasci mancare il conforto della tua presenza e della tua grazia.
Nell’incontro con te trova consolazione il nostro cuore, anche quando siamo chiamati a sostenere prove pesanti e dolorose. È solo grazie alla tua luce e per l’ascolto della tua parola che noi possiamo guardare con serena fermezza anche la morte, considerarla come un sonno da cui ci si risveglierà, come un passaggio che ci consentirà di raggiungere la dimora dove tu ci attendi.
Noi ti ringraziamo, o Signore, per la speranza che ci hai dato per il destino di gloria che ci attende: e imploriamo da te la grazia di una fede forte, maturata in un vivo dialogo con te, nell’incontro del tuo sguardo e nell’ascolto della tua voce.
Questo ti chiediamo, o Signore, mentre annunciamo al mondo la tua morte e risurrezione.
Tu sei Dio, e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Pierantonio Tremolada
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