Mc 13, 28-31
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il Figlio dell’uomo è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
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“Dalla pianta di fico imparate”: per via delle condizioni climatiche di quella zona, il fico è l’ultima pianta che in primavera mette foglie e fiori e quindi era considerato dalla gente come annuncio della bella stagione imminente. I discepoli di Gesù, pertanto, devono essere richiamo vivo, forte, coerente di qualcosa di bello e di decisivo, che sta per avvenire e che attendono fermamente: qualcosa che non comporterà distruzione, fine, ma compimento della vita, della storia in tutta la pienezza e bellezza della sua vitalità.
L’esempio del fico penso che oggi sia ancora più importante. Si dice da tempo che abbiamo perso il contatto con la terra, con l’ambiente. Sappiamo poco del mondo animale e vegetale, eppure è fondamentale per la nostra esistenza. Ce lo ricordano gli agricoltori che in questi giorni stanno facendo sentire il loro grido in tutta Europa. Ce lo ricorda la terra che si sta ribellando, perché abbiamo usato le risorse in modo improprio e abbiamo alterato l’ecosistema.
“Guardare il fico”: oggi più che mai è un forte richiamo a meravigliarci e imparare a conoscere il mondo naturale, così da rispettarne i tempi e le esigenze, adattarci ai suoi ritmi e non farne più abuso per le nostre esigenze consumistiche e a una visione miope di quello che questo comporta.
“Sembra dirci oggi Gesù: fermati e prenditi un po’ di tempo per guardare quali sono le foglioline nuove che stanno spuntando nella tua vita, cosa si sta muovendo in te. L’attesa è sempre tempo prezioso perché ci fa attenti e Gesù è sempre pronto a tornare per portare novità di vita.” (Fra Giorgio Bonati)
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