Marco 13, 28-31
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il Figlio dell’uomo è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
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Il brano di oggi ci chiede di essere un po’ come la pianta di fico: come essa con i suoi rami e germogli ci annuncia l’inizio dell’estate e quindi di un periodo solare, caldo, con giornate piene e lunghe da vivere, così il cristiano deve essere sempre portatore di belle notizie: annunciare Gesù e il Padre che ci amano di un amore grande.
Ma le parole di oggi ci invitano anche ad essere attenti al mondo che ci circonda, in particolare alla natura, al creato che se osservato con attenzione ci indica quando seminare, quando raccogliere, quando metterci al riparo, quando uscire e fare un’escursione in tranquillità, quando é meglio stare in casa; lo sguardo sul mondo ci porta a prepararci alle eventualità della vita, quelle belle e anche quelle meno belle. Ed ecco che allora siamo invitati a guardare il mondo con consapevolezza e quindi a saper gioire delle bellezze e a saper affrontare con fiducia e speranza anche i momenti più faticosi.
Se guardiamo nella storia ci sono stati periodi difficili, in cui tutto era buio e non si vedevano cieli o prospettive migliori, ma ogni volta l’uomo ne è venuto fuori.
Anche oggi ci sembra di essere in un periodo in cui la fede viene a mancare, in cui le priorità di una volta sembrano essere lontane, illusorie, facili a sgretolarsi quasi fossimo vicini ad una fine.
Eppure in questo mondo martoriato da guerre, da cattiverie ed egoismi, la Chiesa vive ancora, la Chiesa c’è e cerca di leggere le situazioni del presente, la Chiesa c’è perché “le Sue parole non passeranno”.
Il cristiano è chiamato ad essere segno di speranza nel mondo, annunciando Gesù Cristo oggi, non nel passato del si é sempre fatto così, perché i tempi cambiano.
Come il fico annuncia una nuova stagione, così anche noi dobbiamo essere annunciatori di Dio, di cose nuove, diverse da quelle che sembrano diventate normalità, annunciatori di bellezza, gentilezza, sorrisi, vicinanza, amore, condivisione, fratellanza.
Tutte cose che si sanno già? vero, ma forse spesso ce ne dimentichiamo o pretendiamo di farle in maniera errata.
Come vivo i cambiamenti di questa epoca?
Sono annunciatrice della Buona Notizia del Vangelo?
Riesco a leggere i segnali di speranza e ad essere a mia volta segno di speranza?
Da me traspare la gioia dell’essere cristiana?
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