Mentre stiamo chiacchierando in giardino, un crocchio di un vaso in frantumi caduto a terra attira la nostra attenzione. Entro in casa e vedo Giuseppe, nostro nipotino di sei anni, visibilmente allarmato.
Gli chiedo: – Chi è stato? E lui, prontamente: – La palla!
Replico: – Ma chi ha gettato la palla contro il vaso? Giuseppe, arrossendo: – Io! Scusami, nonno, ma non dirlo al papà!
Possiamo perdonare una mezza bugia di un bambino quando ha paura del rimprovero. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della verità, sottrarsi alla spiegazione della verità perché lo costringerebbe a cambiare mentalità e vita.
Stiamo vivendo giorni in cui menzogne si accavallano a frottole, in cui si cerca la raffinata grammatica del consenso attraverso nebulosi arzigogoli, in cui si dice parte della verità, ma non tutta. La verità non si può gonfiare, non ha sfumature, non ammette le mezze misure, non può essere plasmata ai propri piaceri o al proprio tornaconto.
Anche chi conserva in mano la verità e non la esprime ha perso. E chi non ha la verità, la cerca nella manifestazione dei fatti anche se fastidiosi e scottanti, attento a identificarne le tracce; la insegue nelle discussioni con rispetto, attraverso l’incontro, il dialogo, la trasparenza, la chiarezza delle parole o della documentazione.
Mi è sempre piaciuto lo studente che poneva domande, che alzava la mano e esprimeva il suo parere senza tante interlocuzioni o bizantinismi con l’unico desiderio di conoscere, come ho sempre temuto l’allievo che interveniva con asserzioni nette e banali, o, peggio, chi non aveva un pensiero o non lo sapeva esprimere.
Oggi constatiamo questo triste fenomeno anche alla televisione o sui social dove assistiamo alla scarsità del pensiero avvolto in una frondosità di parole o alla dichiarazione di giudizi di cui si ha solo una vaga cognizione.
Orazio parlava di nuda veritas. Gesù era ancora più netto: ”Il vostro parlare sia “sì, sì”; “no, no” perché l più viene dal maligno ”. Forse è bene affidarsi a entrambi per dirigerci verso la verità.
Edoardo Zin
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