Mt 22, 15-22
In quel tempo. I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo il Signore Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli:
«Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?».
Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
#CesareODio? #SignoreDellaVita #rivoluzioneVera
Nella liturgia di oggi due sono le questioni che mi colpiscono: la domanda insidiosa rivolta a Gesù, che tocca la sfera della politica e il rischio della religione di conformarsi al “mondo”. Infatti, la Tradizione della Chiesa riconosce in questo passo la specificità e distinzione (non separazione) della sfera religiosa e di quella politica.
In questo brano del vangelo di oggi, farisei ed erodiani vogliono mettere Gesù in difficoltà.
Esistono persone che sembrano far apposta nel mettere a disagio anche noi, per vedere come rispondiamo o come reagiamo a certe situazioni. Ci sono, poi, inevitabilmente alcuni campi della vita in cui anche la nostra fede è messa alla prova, per esempio nell’agire politico.
La domanda di fondo per noi credo che sia nascosta sotto le domande e le affermazioni di Gesù: a chi dobbiamo rendere conto? Verso chi siamo responsabili? Chi è Signore delle nostre vite?
Io sono fermamente convinta che la fede si esprima anche attraverso le opere. In questo pontificato papa Francesco sta dicendo e facendo di tutto per mostrarci che la fede in Dio cambia il modo di vivere la vita, a partire dal renderci consapevoli di essere fratelli tutti.
Ma la vera “rivoluzione” portata da Gesù, allora, non era quella contro il dominio romano, che qualcuno avrebbe desiderato, ma il cambiamento del cuore, portato alla giustizia, al rispetto, all’amore dell’altro, di ogni prossimo, perfino del nemico. Il che equivale a rispettare le leggi, pagare le tasse, compreso il sistema che governa la città in cui si vive, per il Bene Comune.
(Attenzione: nulla a che vedere con l’accettare passivamente un regime che non sia giusto per l’uomo!)
Tuttavia Dio è più grande di Cesare, Lui è vero Signore delle nostre vite, a Lui dobbiamo rendere Grazie per esserci e per il Suo amore per noi.
Questa fede chiede autenticità, radicalità, convinzione e ci deve sostenere nei momenti di tentazione, quando ci viene da chiedere a Dio di darci le cose che gli altri hanno: la sicurezza a basso costo, una vita tranquilla, una soddisfazione per un successo appagante senza fatica… quasi come Israele che per non essere diverso dagli altri popoli chiede a Dio un re che li governi (prima Lettura)
Ti chiedo per il nostro Paese, per l’Europa, per il mondo intero, governanti capaci di scelte sagge, di buon governo, improntate alla pace e alla giustizia, per la dignità di ogni popolo e persona.
Ti chiedo per me oggi ancora il dono dello Spirito, già elargito a noi a Pentecoste, per non cedere alla tentazione della logica del mondo, dove regna il dominio, il calcolo, l’oppressione dell’altro, il potere, la via facile.
Se abbiamo Te al nostro fianco, cosa può mancarci? Se Tu sei nostro Alleato, cosa possiamo chiedere di più?
No comments yet. Be the first one to leave a thought.