Voci di donna.. dalla Cecenia

Buongiorno a tutti, sono Lutasha, e sono fuggita verso l’Italia dal mio Paese durante la seconda guerra cecena.

Sono una donna dalle mille risorse, tutta d’un pezzo, fisicamente forte, moralmente forse ancora di più. Il mio senso pratico mi ha aiutato tanto nella vita, nella fuga, nel viaggio, nell’educazione dei figli e nel … trascinare mio marito.

Già, lui alla gente fa l’effetto opposto che faccio io… io sono percepita come una donna forte, lui come un uomo debole. Le persone non pensano che quello che siamo adesso è il risultato di anni di esperienze che ci portiamo dietro. Lui ne ha viste di cotte e di crude al fronte, nei combattimenti. Non si è mai davvero ripreso. Appare come poco partecipe, ritirato, solitario…
qualcuno dice traumatizzato.

Io sono una donna sveglia, ho dovuto cavarmela negli anni, da sola, quando lui non c’era. In Italia non mi è stato difficile essere assunta come donna delle pulizie… qualcuno dice che sono un portento a pulire, brava e veloce. Sono stata brava e veloce anche ad imparare l’italiano… eppure non sono fuggita così giovane… ma non ho avuto scelta, e ho tirato fuori tutta la mia energia!

Ora un’altra guerra insanguina le terre vicine al mio luogo natale. Posso ancora rivivere lo strazio, la paura, il senso di impotenza, di inutilità… la confusione e la decisione di scappare. Per me è stato tanti anni fa, ma purtroppo la storia si ripete e per tanti quello che per me era ieri, è semplicemente l’oggi.

Per questo io oggi faccio la mia parte, portando ai profughi ucraini un po’ di cibo, un po’ di vestiti, qualche gioco che i miei figli ormai diventati grandi non usano più… …perché tutti possano trovare un volto accogliente, come è stato per me quando qualcuno mi aspettava in stazione per darmi cibo, vestiti, qualche gioco per i miei figli… e molto altro!

Lutasha

(Storia liberamente ispirata da uno dei tanti incontri lavorativi che chi scrive ha avuto la fortuna di avere in questi anni)