Buongiorno a tutti, sono Naima… sono una palestinese giordana transitata dall’Italia per un breve periodo tanti anni fa. Ora vivo in Francia, dove ero diretta quando sono partita, e faccio la
commessa in una profumeria.
Sono nata alla fine degli anni settanta in un campo profughi giordano, dove si erano rifugiati i miei nonni e dove vivevano i miei genitori. La Giordania è bellissima, ma per me e per la mia famiglia in fondo non è mai stata casa. E così, quando sono cresciuta me ne sono andata…
L’Europa, dapprima un miraggio, poi un sogno sempre più vicino… la mia prima terra europea è stata l’Italia. Ormai ho un ricordo un po’ sfocato della mia vita in Italia: la scuola di italiano, la scoperta di nuovi sapori in cucina, le lunghe passeggiate per far passare il tempo e lenire la nostalgia di quella Giordania, che non era forse per davvero la mia casa, ma che di casa, come ti succede quando sei lontana, comunque profumava…
Dicono che chi mi ha conosciuto in Italia non si è scordato di me. Di me, da ragazza, colpivano i miei occhi grandi, immensi, di un marrone intenso… e poi quelle guance che risultavano paffute per via del velo… forse apparivo un po’ buffa, qualcuno diceva che la mia faccia sembrava un punto di domanda. Ero una musulmana molto attenta e devota ai tempi, la moschea era il mio punto di riferimento della città… sembrava non facessi niente durante la maggior parte delle mie giornate, ma in realtà… io pregavo. Pregavo Allah perché aiutasse la mia gente, mi sentivo in comunione con i mei fratelli in Libano, in Siria, in Cisgiordania, nella striscia di Gaza…
Non sono mai stata in quella che dovrebbe essere la mia terra: prima di arrivare in Europa, non avevo neanche mai incontrato un israeliano… e invece, ironia della sorte, quando arrivo in Italia mi assegnano un medico di base proprio con origini israeliane!
Immaginate la mia diffidenza quando una mediatrice (ai tempi parlavo solo arabo) mi accompagna da lui per un problema di forte emicrania… a me, che ero cresciuta con l’idea che il mio popolo fosse “a credito” e in attesa di una restituzione… quel giorno mi veniva “restituita” solo una competenza scientifica… Qualche medicina, qualche esame di controllo, poi torno da lui per mostrare gli esiti… niente di grave, solo probabilmente eccessivo stress dopo il viaggio migratorio… e la consapevolezza che lui, quella persona che avevo incontrato con una grande mancanza di fiducia tutto sommato mi aveva guarita… dall’emicrania certo, ma forse anche da qualche pre-concetto che mi ero fatta!
Naima
(Storia liberamente ispirata da uno dei tanti incontri lavorativi che chi scrive ha avuto la fortuna di avere in questi anni)
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