La bellezza è negli occhi di chi contempla

X domenica dopo Pentecoste

X domenica dopo Pentecoste

Matteo 21, 12-16
Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri».

 

Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si sdegnarono e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose loro: «Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?».

La prima riflessione che mi viene in mente è questo gesto forte di Gesù che entra nel tempio e si rende conto che il luogo pulsante della preghiera era stato trasformato in uno spazio di commercio e di compravendita: ci ricorda subito che la relazione con Dio si stabilisce in un incontro di silenzio/ascolto/invocazione e nell’accoglienza degli esclusi, non in ciò che viene offerto.

Il nostro rapporto con il Padre, a volte, si sofferma sul cercare di “tenerlo buono” e di “rendercelo favorevole”, come se nella quotidianità fosse contrario a noi e utilizzasse una misura nel farci ottenere vantaggi/svantaggi in base a come ci comportiamo.

La visione più autentica, invece, è esattamente opposta: Dio è amore, quindi, la compravendita e la contrattazione si sostituiscono in una dimensione di dono, di gratuità e di fiducia.

L’altro pensiero su cui mi soffermo riguarda più da vicino “i ciechi e gli storpi” come gli esclusi dal tempio, ma che attraverso Gesù si avvicinano di nuovo ad esso: essi incarnano il fatto che ogni debolezza e ogni fragilità dell’essere umano non è più un’esclusione dalla visione di Dio, ma diventa cura ai suoi occhi; la fraternità e l’aiuto reciproco sono luogo di attenzione, inclusione e bellezza.

Chiedo a Dio la forza e la perseveranza affinché davvero la Vita vinca.

– All’interno della nostra Chiesa e della nostra comunità quali sono i valori essenziali su cui si costruisce la mia fede?
– Quali miei comportamenti quotidiani alimentano una relazione di negoziazione/patteggiamento con Dio? Quali, invece, si fondano su una relazione libera e
liberante?

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

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