Mt 10, 16-20
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».
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Se qualcuno dopo la scorsa domenica con la festa della Trasfigurazione ha avuto la tentazione di pensare che Dio è solo potenza straordinaria, ecco che ci pensa la liturgia odierna a rimettere in ordine le cose!
Anche oggi c’è una parola “potente”: Dio ci ricorda che non possiamo esimerci dall’affrontare le difficoltà della vita, di cui tutti abbiamo esperienza, soprattutto quelle dovute alla fede, o meglio alle ostilità di chi non crede e si oppone al vangelo di Cristo.
La fede in Lui invece si rivela “arma potente” per controbattere al male, ma con la docilità e la mitezza, con la forza che deriva dalla certezza della Sua presenza vicino a noi, che non ci rende “sprovveduti”, ma “prudenti come serpenti” (v.16)
Il Signore Gesù ci rassicura dicendoci di non preoccuparci! Lui ci dona il Suo Spirito consolatore, che illumina e dirige i nostri passi, le nostre azioni, addirittura le nostre parole.
Non vi è mai capitato di non riconoscere le vostre parole o ciò che avete scritto proprio voi in qualche articolo, o testimonianza in oratorio, su un biglietto al vostro amico, o sentire qualcuno che vi riportava le vostre buone parole?? Ogni tanto mi capita e mi dico “davvero era lo Spirito che mi ha suggerito che dire in quel momento, non sono io ad aver inventato”…
Il brano di Elia in 1Re 19, 8 seg e il discorso molto umano, sincero, di Paolo nella 2 Corinzi 12, 2 seg. sono sempre affascinanti per me, intanto perché l’uno mi ricorda il viaggio in Terra Santa, quella sosta davanti al deserto dove ci è stato letto questo brano, e l’altro perché mi chiarisce una cosa mai scontata: il Signore non chiede perfezione, forza, ma la sua grandezza e potenza si manifesta nella scelta della debolezza, mitezza, tenerezza, misericordia, mettendosi dalla parte del fragile, umile, piccolo, del peccatore come siamo noi….è questa la “Potenza” dell’Amore che è il nostro Dio!
Non mi resta che liberarmi dall’ansia delle piccole/grandi questioni della vita, della ricerca di cose eccezionali, ma chiedere un cuore semplice (v.16) e occhi capaci di accorgersi della “brezza leggera”, allenati allo stupore per la bellezza delle piccole cose, dei gesti affettuosi, delle sorprese (come un’amica in stazione!), un messaggio di saluto di una studentessa, delle foto condivise dalla GMG, della disponibilità generosa di chi si mette a servizio per me (Cristina e Luca, Alida, Lorenzo..), di chi lavora in silenzio facendo del bene come se fosse tutto normale..
Grazie, Signore, perché mi circondi della Tua Presenza tenera e leggera: aiutami a non scordarlo nel momento della prova, della testimonianza di fronte a chi non ti conosce e mi chiede conto della mia fede.
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