La bellezza è negli occhi di chi contempla

XII domenica dopo Pentecoste

XII domenica dopo Pentecoste

Matteo 10, 5-15
Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando loro queste istruzioni:
«Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso
le pecore perdute della casa d’Israele.

 

 

Andando, predicate e dite: “Il regno dei cieli è vicino”.
Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date. Non provvedetevi d’oro, né d’argento, né di rame nelle vostre
cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l’operaio è
degno del suo nutrimento.

 

In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e
abitate da lui finché partirete.

 

Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi.

 

Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi.

 

 

In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.

Il brano di oggi si sofferma su verbi di movimento che indicano il camminare, il fare strada insieme, il lasciare spazio alle parole e ai gesti di Vita: farci, cioè, vicini ad ogni persona come il cielo si è fatto vicino alla terra e come Dio si è fatto presente in ciascuno e ciascuna di noi.

Questo Vangelo è squisitamente missionario: ci traccia una via di accoglienza e che chiede accoglienza. Se non prendiamo forma nei nostri comportamenti, atteggiamenti e pensieri, non siamo credibili; se non cerchiamo l’altro concretamente attraverso il nostro modo di essere e di
porci, non lasceremo spazio alla nostra fede per fare sì che la Vita ci guidi.

Se non crediamo fermamente che ogni creatura è degna di ricevere la bellezza del Padre attraverso un nostro abbraccio, non crederemo fino in fondo alla gratuità del dono.

Il Vangelo, però, si pone come una proposta e non come un’imposizione e, proprio in questa linea, bisogna anche lasciare la possibilità del “non essere accolti”, del fatto che l’altro possa non lasciare spazio al Padre che bussa alla porta attraverso di noi: nella gratuità della proposta, si esprime la libertà della risposta; e la modalità principale in cui lo stile della missione si pone è quella della relazione, dell’incontro personale “cuore a cuore”: solo in questo filo rosso l’apertura a Dio e al prossimo è pienezza e gioia.

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